Sebbene racchiuda una grande quantità di significati e sfumature, la parola “sostenibilità” viene oggi maggiormente utilizzata per scopi commerciali. Nel post odierno ci addentriamo nel delicato equilibrio che vi è fra produzione, robotica collaborativa e sostenibilità e andiamo a toccare l’argomento “sprechi” nelle sue declinazioni più significative. Iniziamo con il comprendere il significato di sostenibilità per poi spostarci sugli aspetti industria, produzione e, non meno importante, la figura umana.
- Cosa significa sostenibilità
- Spreco: tante tipologie
Cosa significa sostenibilità
Sostenibilità, come definizione, può essere descritta come caratteristica di un processo o uno stato capace di mantenersi a un dato livello in modo costante. In termini più propriamente “sociali”, la sostenibilità rappresenta una condizione che soddisfa le esigenze della generazione attuale senza compromettere quelle delle generazioni future. Ciò implica risorse, (ad esempio energia, persone, materie prime) il cui impiego va rivisto e ottimizzato per non pregiudicarne la disponibilità attuale e futura.

Spreco: tante tipologie
Ridurre gli sprechi! Questa è una buona pratica per iniziare a predisporre processi più sostenibili. A livello produttivo “spreco” non si riferisce soltanto alla quantità di scarti di lavorazione; quanti tipi di spreco ci possono essere all’interno di un’azienda? Eccone alcuni:
Spreco di materia prima (e di soldi)
In una qualsiasi produzione, il controllo qualità è indispensabile per individuare i difetti di un particolare, riconoscere le cause che lo generano e successivamente eliminarle. Ciò va a ridurre gli scarti (vedi spreco di materie prime, che è molto poco sostenibile) e aumenta il volume produttivo, ovvero, più pezzi ogni ora: in pratica diminuiscono i costi produttivi. In merito alle materie prime, le attuali condizioni delle filiere mondiali (e della scarsità di alcune risorse) impongono una sensibile riduzione dei consumi, quindi è importante ottimizzare l’uso, tanto quanto ridurre al minimo indispensabile l’inevitabile scarto di lavorazione. L’impiego dei cobot può aiutare a raggiungere l’obiettivo (o avvicinarsi il più possibile) rappresentato dalla condizione zero difetti – minimo scarto.
Spreco di energia
Per far comprendere come lo spreco di energia è in qualche modo connesso con lo spreco di produzione, torniamo un attimo al punto precedente: più scarti significa più energia per produrre nuovamente ciò che è non conforme. Detto questo, affrontiamo il discorso consumi energetici, tema attualissimo e assai delicato. L'aumento del prezzo dell’energia elettrica ha messo sotto pressione le aziende; i costi di produzione lievitati hanno costretto alla revisione dei processi per limitare le bollette. In questo contesto, i cobot vengono in aiuto poiché sono in grado di consumare meno energia rispetto ai robot industriali “in gabbia”. Tanto per dare una misura reale, i cobot UR hanno un range di consumi compreso fra 100W (UR 3e) e 500W (UR20) e sono predisposti per spegnersi durante i periodi di inutilizzo. Per fare un paragone, stiamo rispettivamente parlando dell’assorbimento che può avere una lampadina potente e un elettrodomestico (ad esempio un frullatore).

Spreco di persone (e di tempo)
Impiegare le persone per svolgere compiti a basso valore rappresenta anch’esso uno spreco. Innanzitutto uno spreco di tempo, poiché quel determinato lavoro lo richiede, tempo che può essere impiegato diversamente (e in modo più redditizio). Abbiamo affrontato più volte questo tema affermando che le persone possono svolgere compiti di valore, il cui tempo utilizzato rappresenta un investimento che genera valore. Questo valore è costituito ad esempio dall’ottimizzazione dei processi, dall’acquisizione di nuove competenze da parte della persona, dalla riduzione degli infortuni e quindi da un sostanziale miglioramento, sia per quanto riguarda la soddisfazione che l’ambiente lavorativo. Inoltre, lasciare ai cobot e ai robot mobili autonomi il “lavoro sporco” può anche significare, in certe aree operative, fare a meno dell’illuminazione o durante i periodi invernali, del riscaldamento. Certamente questi non sono aspetti il cui riscontro si rileva nell’immediato, ma senza dubbio tutto ciò ha e avrà un fortissimo impatto positivo poiché ha il potere di ridisegnare completamente il modello di processo produttivo.
Il percorso verso la sostenibilità aziendale è tutt’altro che semplice, prima di tutto perché andare a rivedere i singoli elementi di ogni processo, rappresenta una vera e propria sfida. Ogni azienda è un universo, un insieme di tradizione, visione e approccio che ne costituisce l’identità. In questo contesto, la parte più complessa è spesso quella di riuscire ad individuare con precisione tutto ciò che rappresenta una parte migliorabile. Abbiamo visto in questo blog come tutto sia correlato, e ciò significa che ogni più piccola modifica avrà un impatto su più fronti, anche se non direttamente connessi.
I cobot UR sono pronti a raccogliere questa sfida mettendo a disposizione tutto il loro potenziale. Ora tocca a voi!