Per un'azienda in fase di valutazione del reshoring, qual è la prima mossa strategica? In questo lasso di tempo dovrebbe essere effettuata un’analisi (e perché no, una simulazione) del flusso produttivo. In questo modo è possibile individuare in prima battuta le criticità di partenza (e i costi).
Dove possono nascondersi le criticità?
· Nei costi di avvio della superficie* –* Non si tratta solo dell’onere dovuto all’immobile, ma anche ai tempi di predisposizione dei flussi, l’installazione di macchine, i costi di stoccaggio delle merci (questo è un altro aspetto fondamentale perché un buon assortimento -anzi, diciamo “ragionato” - è un “cuscino” che può tamponare le carenze della supply chain estesa) la logistica, ecc… E’ in questa fase che una simulazione altamente accurata, è fondamentale.
· Nei calcoli approssimativi del tempo di ROI totale – Ne abbiamo parlato qui. Il calcolo del ROI è tutt’altro che semplice, poiché intervengono variabili, anche esterne a ciò che riguarda ad esempio l’automazione, che possono influire pesantemente sul tempo necessario al raggiungimento del ROI
· Nei tempi di rilocalizzazione della supply chain* –* Quanto tempo occorre per trovare fornitori e ad esempio terzisti nella nuova location? Oppure, poniamo che si voglia mantenere il fornitore del far East; quanto impatta il tempo di approvvigionamento e di spedizione o anche gli oneri di stock localizzato in caso di shortage delle materie prime? Questi sono solo alcuni degli aspetti che vanno presi in considerazione.
· Imprevisti vari – Lo scenario attuale, inutile ripeterlo, è caratterizzato da un mercato altamente volatile. Pertanto può anche essere che il “piano A” debba essere rivoluzionato (o stravolto) in brevissimo tempo. Per questo motivo è sempre buona cosa predisporre anche un “piano B” che tenga conto di eventualità anche remote; insomma non è più tempo per la pianificazione “a breve respiro”.