Robotica collaborativa e reshoring: la chiave per riportare la produzione in Europa

Le attuali e perseveranti turbolenze globali, hanno oramai reso il modello di produzione oriente-occidente molto difficoltoso e poco sostenibile. Oggi parliamo di reshoring, Europa, cosa sta succedendo e quali sono i fattori più importanti in questa delicata fase di transizione dell’industria mondiale.

Di cosa parla questo post

  • Reshoring o backshoring: un passaggio tutt’altro che semplice
  • Il fabbisogno, quello vero
  • Compensare i costi del lavoro europei

Reshoring o backshoring - un passaggio tutt’altro che semplice

La situazione è ben diversa rispetto a un lustro fa: oggi esistono non poche tensioni nei mercati mondiali, fra dazi e aumento dei costi produttivi - anche nel far East – e tutto ciò che riguarda la contingenza, voluta o meno, delle materie prime. Ciò che ne deriva è uno scenario dove l’industria si trova a rincorrere sé stessa per trovare soluzioni durature, tuttavia, la luce in fondo al tunnel è ancora lontana. Avevamo parlato qui del backshoring o reshoring e di quanto sia preso attualmente in considerazione dalle aziende come boost per iniziare a risalire la china. Non c’è dubbio: il reshoring è desiderato ma, come radicale cambiamento nella filiera globale, è di complessa attuazione almeno a breve termine. Perché? Perché richiede alti costi, tempo (la variabile più “delicata”) per predisporre nuove filiere, tempo per il graduale passaggio da localizzazioni prettamente orientali a quelle più occidentali….Una considerazione su tutte: il reshoring non è affatto banale, le aziende si trovano di fronte a problematiche come far quadrare i costi produttivi una volta riportati i processi vicino a casa.

Collaborative robots support reshoring operation

Il fabbisogno, quello vero

Per un'azienda in fase di valutazione del reshoring, qual è la prima mossa strategica? In questo lasso di tempo dovrebbe essere effettuata un’analisi (e perché no, una simulazione) del flusso produttivo. In questo modo è possibile individuare in prima battuta le criticità di partenza (e i costi).

Dove possono nascondersi le criticità?

·       Nei costi di avvio della superficie* –* Non si tratta solo dell’onere dovuto all’immobile, ma anche ai tempi di predisposizione dei flussi, l’installazione di macchine, i costi di stoccaggio delle merci (questo è un altro aspetto fondamentale perché un buon assortimento -anzi, diciamo “ragionato” - è un “cuscino” che può tamponare le carenze della supply chain estesa) la logistica, ecc… E’ in questa fase che una simulazione altamente accurata, è fondamentale.

·       Nei calcoli approssimativi del tempo di ROI totale – Ne abbiamo parlato qui. Il calcolo del ROI è tutt’altro che semplice, poiché intervengono variabili, anche esterne a ciò che riguarda ad esempio l’automazione, che possono influire pesantemente sul tempo necessario al raggiungimento del ROI

·       Nei tempi di rilocalizzazione della supply chain* –* Quanto tempo occorre per trovare fornitori e ad esempio terzisti nella nuova location? Oppure, poniamo che si voglia mantenere il fornitore del far East; quanto impatta il tempo di approvvigionamento e di spedizione o anche gli oneri di stock localizzato in caso di shortage delle materie prime? Questi sono solo alcuni degli aspetti che vanno presi in considerazione.

·       Imprevisti vari Lo scenario attuale, inutile ripeterlo, è caratterizzato da un mercato altamente volatile. Pertanto può anche essere che il “piano A” debba essere rivoluzionato (o stravolto) in brevissimo tempo. Per questo motivo è sempre buona cosa predisporre anche un “piano B” che tenga conto di eventualità anche remote; insomma non è più tempo per la pianificazione “a breve respiro”.

ROI rapido con i cobot

Compensare i costi del lavoro europei

In questo contesto è logico che ogni azienda che desidera riavvicinare la produzione verso casa, cerca un modo efficace per compensare i costi produttivi europei. È  qui che la robotica collaborativa può dare una gran mano. Prima di considerare i vantaggi, diciamolo sempre: a noi non piace creare false illusioni. La robotica collaborativa è un validissimo alleato ma da sola non può risolvere tutti i problemi. In che modo e dove la produzione può beneficiare dei vantaggi dei cobot?

·       Nelle attività ripetitive e potenzialmente pericolose: I processi che richiedono livelli  di precisione e ripetibilità costanti (ad esempio, avvitatura, saldatura, packaging) possono beneficiare enormemente grazie all’azzeramento degli infortuni, il mantenimento della qualità e la valorizzazione del personale. Zero infortuni significa zero assenze e quindi produzione più stabile e continua, ergo un risparmio significativo. Le persone, una volta liberate da mansioni gravose, può essere riqualificata verso compiti a maggior valore (sempre a beneficio del flusso produttivo) come la programmazione ottimizzata e la supervisione dei sistemi collaborativi. Le aziende che investiranno nella formazione del proprio personale beneficeranno inoltre del fatto che i dipendenti percepiranno i cobot come strumento di miglioramento e non come una minaccia.

·       Nella gestione dei colli di bottiglia: Identificare i punti più lenti o meno efficienti della catena significa diminuire i tempi di lavorazione. E sempre in termini di tempo, l’installazione rapida e agevole dei cobot consente di ridisegnare altrettanto velocemente i modelli produttivi. Inoltre costanza e precisione dei cobot consentono di ridurre scarti e rilavorazioni: anche questo aspetto rappresenta un costo spesso elevato nella supply chain oriente-occidente.

·       Una produzione molto più flessibile: il mercato mondiale è oramai fissato su lotti più piccoli e molto differenziati, come ad esempio nel settore alimentare. I cobot garantiscono tutta la flessibilità necessaria per riprogrammare rapidamente la produzione, da un prodotto all'altro. Ricordiamo che questo è un requisito difficilmente soddisfabile da parte dell’automazione tradizionale su larga scala. La facilità di integrazione del cobot, senza barriere e recinzioni consente di rispondere più rapidamente ai cambiamenti del mercato, anche quelli repentini e imprevisti: in questo modo si possono ridurre ulteriormente i costi derivanti dallo shortage o dall’overstock dei componenti.

Che si tratti di reshoring o backshoring, la robotica collaborativa è una delle carte vincenti nel mazzo, il jolly che può far chiudere la mano. Abbiamo visto in questo blog che superare le sfide del riavvicinamento della produzione non è proprio un compitino. L'elemento che consente alle aziende, grandi o piccole, di rimanere competitive anche in Europa, con maggiore efficienza e controllo della supply chain è proprio il nostro caro cobot.

Enrico Rigotti

Enrico Rigotti

Una formazione da ingegnere gestionale con un master in automazione industriale. Dopo le esperienze in COMAU, in cui ha guidato prima le sales operations interfacciandosi con le country estere, per poi rivestire un ruolo gestionale e divenire account manager dei clienti Tier 1 europei, è passato in OnRobot, guidando la fase di start up sul mercato italiano del partner UR+. In seguito è stato nominato responsabile Italia e poi Sud est Europa. È Country Manager Italy di Universal Robots da gennaio 2024.