La differenza tra robot industriali e collaborativi

Alcuni criteri per guidare la scelta dell'automazione più adatta. Un robot industriale tradizionale o uno collaborativo? In base a quali criteri un'azienda deve scegliere la sua opzione robotica?

Scopri le principali differenze tra robot industriali e collaborativi
Scopri le principali differenze tra robot industriali e collaborativi

ROBOT ANTROPOMORFI O COLLABORATIVI? CONOSCERE LE DIFFERENZE PER SCEGLIERE EFFICACEMENTE

Alcuni criteri per guidare la scelta dell'automazione più adatta. Un robot industriale tradizionale o uno collaborativo? In base a quali criteri un'azienda deve scegliere la sua opzione robotica?

Nonostante siano presenti sul mercato dell’automazione da oltre una dozzina d’anni, i cobot sono ancora – spesso, ma non sempre – considerati inadatti a operare in alcuni ambienti industriali Occorre quindi fare chiarezza sulle possibilità applicative che offrono, in termini di operatività settoriale e di task che sono in grado di automatizzare.

I cobot sono a tutti gli effetti robot industriali. Anche se le dimensioni sono contenute, il peso modesto, il costo e la semplicità di programmazione alla portata anche dell’azienda più piccola, i robot collaborativi possono operare in ogni tipo di ambiente produttivo applicati tanto a task “pesanti” quanto in operazioni che richiedono assoluta precisione e ripetibilità.

RIGIDITÀ vs FLESSIBILITÀ

È questo il primo parametro in base al quale scegliere un robot industriale tradizionale o un robot collaborativo. Se i nostri cicli produttivi subiscono variazioni frequenti (in termini di stagionalità e di lunghezza dei lotti) allora è consigliabile dotarsi di un’automazione in grado di assecondare i cambiamenti con flessibilità, capace di operare su prodotti e linee diverse con semplici (e rapidi) passaggi di programmazione. Il cobot è la scelta giusta per un’azienda chiamata a elevati livelli di mass customization o che deve gestire su uno stesso impianto diverse linee di prodotto.

I cobot garantiscono la validità dell’investimento sostenuto proprio in virtù della possibilità di essere riprogrammati a piacere.

LAYOUT APERTO VS LAYOUT CHIUSO

Lo spazio a disposizione è un’altra variabile importante da considerare. Se il layout è saturo, e il task da automatizzare non richiede la movimentazione di componenti fuori della capacità del cobot (16 kg), allora la robotica collaborativa è la scelta giusta. I modelli Universal Robots offrono ingombri ridotti (circa 30 centimetri alla base) e pesi talmente contenuti da permetterne l’installazione anche a muro o a soffitto, per sfruttare sino all’ultimo angolino a disposizione. Il range di carico che possono manipolare varia dai 3 ai 16 kg con raggio d’azione che spazia dai 500 ai 1300 mm.

Le dimensioni “collaborative” permettono inoltre di automatizzare task anche nei pressi di altri macchinari. L’asservimento di centri di lavoro o macchine utensili è quanto mai semplificato dalla compattezza dei robot collaborativi.

Se inoltre l’applicazione richiede la compresenza dell’operatore, la scelta non può che cadere sui cobot. Le 17 safety native infatti rendono superflua (previa analisi del rischio da condursi sull’applicazione nel suo complesso) l’installazione di gabbie e recinzioni. Se anche lo spazio è un asset economico da preservare, allora è meglio scegliere un cobot piuttosto che un robot industriale tradizionale.

Questi sono solo alcuni spunti che devono essere presi in considerazione preliminarmente per effettuare una prima “scelta di campo”. L’analisi dell’automazione va poi affinata e applicata ad altri parametri ancora (natura dell’applicazione, del materiale lavorato, del ciclo produttivo, delle competenze in possesso dell’azienda).

Se vuoi approfondire e scegliere con ancora maggiore consapevolezza il tipo di cobot più adatto alle tue esigenze, scarica il nostra eBook “Leggi, confronta e scegli”.

Alessio Cocchi

Alessio Cocchi è laureato in Ingegneria Gestionale all'Università di Bologna e ha ottenuto un Master Executive in Marketing & Sales alla SDA Bocconi ed alla ESADE Business School. A Giugno 2016 è entrato in Universal Robots nel ruolo di Sales Development Manager Italy, con il compito di sviluppare interamente il mercato italiano. Durante la propria esperienza ha gestito e coordinato team internazionali di lavoro ed è stato responsabile delle stategie di marketing e comunicazione globale delle Business Units per le quali ha lavorato.

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