- Flessibilità
- Programmazione semplificata
- 17 safety native, fra cui distanza e tempo d’arresto personalizzabile in base alle esigenze produttive e di layout
- Elevati valori di ripetibilità e precisione (per i modelli che andremo a considerare parliamo di un range che spazia da +/- 0,03 a +/- 0,05 mm)
- Movimento sui sei assi a 360° (l’UR3e offre anche il movimento infinito al polso: ideale per soluzioni di avvitatura e serraggio collaborative)
- Alimentazione a 220 Volt e consumi ridotti (UR10e, consuma circa 250 W, un asciugacapelli in media fra i 600 e i 1800 W)
- Certificazione ISO 10218-1 totale (si tratta della ISO che descrive i requisiti di sicurezza per robot industriali)
- Certificazione TÜV SÜD 14644-1 per l’operatività in cleanroom classe ISO 5 e ISO 6 (per il modello UR5)
- Sistema operativo Polyscope per la gestione dei programmi
- Possibilità di venire installati secondo ogni orientamento (a terra, su parete, su soffitto).
Quello che li distingue è la capacità di carico al polso e, conseguentemente alle dimensioni, il reach e l’area di lavoro che possono asservire. È pertanto fondamentale, nella scelta di uno specifico modello di cobot per l’applicazione di packaging, analizzare:
- Il peso del componente da movimentare
- L’area di lavoro che il cobot deve coprire
Definiti questi valori allora la scelta sarà semplice.
Il packaging di componenti leggeri e su aree di lavoro ridotte, potrà venir eseguito con il cobot UR5e, che offre 5 kg di payload e opera su uno sbraccio operativo di 750 mm di raggio. Se i componenti presentano invece un peso più rilevante, allora si potrà optare per il modello successivo, UR10e (12,5 kg di payload per 1300 mm di raggio d’azione) o ancora UR16e (16 kg di portata al polso su 900 mm di raggio operativo).
I modelli UR10e e UR16e sono i più diffusi e applicati in questa applicazione e ci concentreremo quindi su di loro.