IMPARARE COME “PENSA” IL ROBOT
È necessario prendere confidenza con unaterminologia specificae soprattutto comprendere il “modo di ragionare” del robot. Ad esempio, nell’esecuzione di un semplice movimento dipick&place(ovvero di presa di un oggetto da una posizione e suo spostamento in un altro, procedura estremamente comune in una linea di produzione industriale) si deve calcolare con precisione il peso dell’oggetto, poiché in base al peso il robot erogherà solo la forza necessaria a traslarlo. E questo è valido sia in fase di carico dell’oggetto, che di scarico. Imputare questi dati è quindi necessario per procedere nel flusso di programmazione del robot collaborativo. I collaborativi UR hanno capacità di carico e dimensioni incrementali a seconda del modello: 3, 5 e 10 kg. Nel calcolare il peso totale è quindi necessario sommare il peso del tool (pinza, gripper, erogatore…) e quello dell’oggetto e fornire questo dato al robot tramite ilteach pendant(il tablet di programmazione in dotazione con il robot). Il peso totale non deve superare il payload del cobot.
Un modulo specifico è dedicato alla programmazione dellemisure di sicurezza. I robot collaborativi di Universal Robots hanno15 funzioni di sicurezzanativamente integrate, che rendono possibile la loro attività in prossimità degli operatori senza barriere di sicurezza. La valutazione del rischio è un’attività sempre necessaria in fase di implementazione del robot nella linea produttiva e a volte richiede misure di sicurezza più restrittive di quelle impostate di default. Ad esempio, connettendo alpannello di controllo(la centralina che alimenta il cobot e a cui è possibile connettere devices esterni) delle fotocellule, è possibile far sì che, all’approssimarsi di un operatore che entra nel campo visivo della fotocellula, il robot rallenti la sua velocità, fino ad arrestarsi. Oppure è possibile escludere del tutto aree di movimento, facendo sì che il robot semplicemente non “vada” da quella parte. Queste funzioni sono utilissime, ad esempio, per inserire un ciclo di controllo qualità degli oggetti prodotti. Il cobot si arresta, l’operatore controlla l’oggetto.
NON SOLO TEORIA!
Uno dei moduli affronta anche con chiarezza un’altra delle operazioni più comuni che si svolgono in una linea di produzione, ovvero lapallettizzazione. Anche in questo caso gli automatismi presenti nel robot semplificano notevolmente l’operazione. Impostando la forma del pallet, il numero degli oggetti da caricare e registrando i punti nello spazio corrispondenti ai limiti del pallet, il robot esegue il ciclo di caricamento. Al completamento del pallet, un pop up (precedentemente impostato) compare sul teach pendant e avvisa l’operatore che è necessario preparare una piattaforma libera per proseguire le operazioni. Il numero di cicli può essere impostato preliminarmente e, con la funzioneLoop, ripetuta per il numero di volte necessario.
In sostanza il percorso è semplice, piacevole (le grafiche sono accattivanti e la pronuncia inglese molto chiara) e coinvolgente. L’unico limite – se vogliamo – sta nella natura strettamente propedeutica del percorso, che peraltro è denunciata fin dall’inizio già sul sito UR. Al termine non si è dei “robottari d’assalto” ma almeno si sa dove mettere le mani. Un passo in avanti in un mondo più vasto e tecnologicamente sempre più complesso.»