Il settore dei polimeri racchiude una miriade di prodotti e di processi produttivi diversi, che spesso ritroviamo all’interno della stessa azienda. Molte delle imprese del settore lavorano infatti secondo lo schema “mix elevato + bassi volumi”, un vero rompicapo per chiunque cerchi di implementare un’automazione di tipo tradizionale.
I robot collaborativi di Universal Robots sono invece progettati appositamente per venire incontro alle esigenze delle aziende che devono far fronte a questo tipo di scenari produttivi. La flessibilità che li caratterizza è la somma di diversi fattori, e tutti concorrono a un risultato ottimale.
Sono di dimensioni contenute e possono quindi trovare spazio anche in layout produttivi già piuttosto ingombri. UR10, il modello più grande prodotto da UR, ha un payload di 10 kg, uno sbraccio utile di 1300 millimetri e pesa meno di 30 kg. L'ingombro alla base è inferiore ai 20 centimetri di diametro.
Le safety nativamente integrate rendono superflua l’installazione di barriere di sicurezza (previa analisi del rischio), aspetto che consente di risparmiare ulteriormente spazio (e denaro).
Sono facilmente programmabili, tramite il teach pendant (il tablet di programmazione che caratterizza i cobot UR) o tramite la modalità free drive che consente di spostare il braccio attraverso una serie di punti registrati nello spazio e impostarne quindi il movimento.
Sono alimentati con corrente a 220 volt di tensione, caratteristica che rende possibile la loro installazione in qualsiasi punto del capannone, e consumano quanto un normale asciugacapelli domestico.
Se ciò ancora non bastasse possono contare su un ecosistema di end effector presente sulla piattaforma UR+ che ha raggiunto i 100 elementi: gripper manuali e vacuum, sistemi di visione, pinze. Praticamente qualsiasi operazione può essere facilmente automatizzata con un cobot UR dotato del giusto utensile.