È innegabile che le capacità dei robot attuali (e dei cobot) sono di gran lunga superiori a ciò che avremmo faticato a immaginare solo un paio di decenni orsono. Grazie ai progressi tecnologici, i robot oggi svolgono compiti sempre più complessi nell’industria, per esempio nel settore medico e nella logistica. I robot ottengono molto consenso sia da parte della stampa specializzata sia da tutto il contesto produttivo poiché hanno le capacità di portare un più che valido aiuto nel ridisegnare il modello di produzione. Ciò lo si evince da:
• Svolgimento di compiti ripetitivi e stressanti
Spingere carrelli, tirare transpallet, sollevare colli, sono compiti noiosi, ripetitivi e ad alto rischio di infortunio. Ad esempio, all’interno di ambienti altamente dinamici dove per un processo di picking si hanno “ o minuti contati” vi è una probabilità più alta di errori di prelievo come anche il verificarsi di un qualsiasi infortunio come strappi muscolari o collisioni fra transpallet e carrelli elevatori.
• Elevata capacità di apprendimento che consente di svolgere anche mansioni più complesse
Una capacità tipica dei cobot è quella, oltre a essere facilmente programmabili, di imparare rapidamente i compiti con un apprendimento diretto dei movimenti stessi fatti compiere per le prime volte dai colleghi umani.
• Caratteristica “nativa” di collaborare con l’uomo
Ogni robot, che sia AMR o Cobot, è pensato, fin dalle prime fasi progettuali, per collaborare con l’uomo. Il concetto “robot e lavoro umano” è formato da due condizioni necessarie affinché lo sviluppo e la commercializzazione di un robot possa avvenire con successo.
ottengono spesso “buona stampa” quando si analizza la loro capacità di aumentare la produttività, di aiutare le imprese – specie le più piccole - a competere con i rivali più grandi e di consentire agli operatori di passare da compiti ripetitivi e noiosi a lavori più interessanti.