Robot collaborativi e formazione: come facilitano il reskilling degli operatori

I cobot sono un vettore di innovazione e di nuove competenze, capaci di arricchire il bagaglio di conoscenze sull'automazione degli operatori e facilitarne il reskilling

Di cosa parla questo post

  • L’evoluzione dell’industria: cose già viste
  • Che cos’è il reskilling
  • Come i cobot come facilitano il reskilling
  • L’inevitabile è proprio così tremendo?

La situazione odierna dell’industria manifatturiera e produttiva in genere, vede alcuni cambiamenti complessi che vanno a ridisegnare i modelli organizzativi interni. I mercati che sono divenuti molto fluidi, supply chain molto delicate e instabili (che risentono in maniera crescente delle situazioni geopolitiche mondiali) come anche la mancanza del ricambio generazionale per quanto riguarda il personale, spingono le aziende a ricorrere alle tecnologie di ultima generazione (o quasi) declinandole secondo le proprie esigenze. Nel blog di oggi parliamo di robot collaborativi e formazione e di come essi facilitano il reskilling degli operatori.

L’evoluzione dell’industria: cose già viste

Lo abbiamo già affermato, e lo facciamo ancora: l’evoluzione industriale, in qualunque epoca, ha sempre seguito logiche similari e, allo stesso tempo, ha prodotto dubbi e perplessità  all’interno dell’opinione pubblica. Cosa significa? Significa che per ogni era, l’introduzione delle cosiddette novità tecnologiche ha rappresentato un evento dirompente in grado di causare sconcerto. Infatti, per quanto riguarda fatti o cose di cui si conosce poco, l’essere umano è per sua natura portato a manifestare una certa diffidenza (e conseguenti reticenze). Ad esempio, l’avvento della forza motrice, a vapore prima, elettrica poi, l’avvento dei primi sistemi di automazione, i computer, i robot, internet e l’intelligenza artificiale. Queste sono alcune delle tecnologie “dirompenti” che in breve tempo hanno ridisegnato i modelli industriali e, più in generale, lavorativi e della società. Ora, proviamo a ripensare quante mansioni sono scomparse a causa dell’avvento di queste tecnologie; ebbene, ciò che stiamo vivendo ora non è assolutamente differente da quanto si è verificato in passato, pertanto possiamo concludere questo capitolo affermando che l’attuale evoluzione dell’industria rientra perfettamente in “cose già viste”. Nello scenario odierno, vi sono fattori rilevanti come la mancanza di figure tecniche con competenze e la proliferazione pressoché massiccia di robotica collaborativa e automazione più spinta. Per far fronte a questa nuova realtà, le aziende devono per forza di cose ripensare in primis ai loro modelli produttivi e andare a ricollocare in maniera coerente il personale, in modo tale da valorizzarlo e trarne il massimo beneficio. Sebbene ciò possa essere percepito come un qualcosa di negativo, apre invece nuove strade poiché i robot collaborativi, oltre ai vantaggi pratici, sono in grado di facilitare il reskilling degli operatori.

Che cos’è il reskilling

Il reskilling è un percorso di formazione che consente a una persona l’acquisizione di nuove competenze. L’obiettivo è quello di poter svolgere, all’interno dell’azienda, un ruolo diverso da quello precedente; in altre parole è un ricollocamento della persona che, sebbene siamo abituati a percepire questa parola in modo negativo, produce indubbi vantaggi.

I mercati attuali cambiano in modo rapido e frequente. Con il reskilling, la persona acquisisce nuove competenze, condizione oramai indispensabile per essere versatili e adattabili alle esigenze del mercato. Poiché con l’avvento dell’automazione spinta e delle tecnologie di ultima generazione molte figure (e mansioni) sono diventate obsolete, le aziende riorganizzano i loro modelli produttivi in modo da creare nuovi ruoli (con conseguente maggior valore).

Come i cobot come facilitano il reskilling

Lasciare ai cobot il “lavoro sporco” permette agli operatori di guadagnare (tanto) tempo prezioso. Infatti, lasciare alla robotica collaborativa operazioni di manipolazione, Pick & Place, confezionamento o anche lavorazioni particolari, si traduce in un tot tempo che può essere reimpiegato. Facciamo ora un passo indietro e andiamo a toccare l’aspetto delle competenze. Sappiamo bene che la cobotica odierna è molto più use friendly rispetto al passato; tuttavia l’impiego dei robot collaborativi da parte degli operatori richiede un minimo di conoscenza. Non è necessario saper programmare in maniera approfondita, è sufficiente comprendere le logiche di funzionamento e le istruzioni base: per acquisire ciò si andrà ad utilizzare il tempo risparmiato per effettuare formazione, fianco a fianco al cobot. Cosa non da poco, l’operatore è perfettamente a conoscenza (chi meglio di lui, che è sul campo) di tutte le problematiche del processo, le criticità e i colli di bottiglia, pertanto egli sarà maggiormente incentivato a utilizzare tecnologie come la cobotica per far funzionare meglio i flussi. A questo punto la conoscenza di processo andrà ad unirsi alla neo acquisita conoscenza della robotica trasformandosi, sia per l’azienda che per la risorsa, in valore vero. Tuttavia il reskilling è solo l’inizio poiché la ricollocazione per poter aumentare il proprio valore richiede aggiornamento e approfondimenti costanti. Uno dei particolari vantaggi dei cobot è quello di crescere assieme a coloro che li adottano, pertanto l’acquisizione graduale della quantità di nozioni ed esperienza da parte della persona (l’upskilling), può essere determinante per migliorare le proprie performance e contribuire a un continuo miglioramento nella produzione; insomma per dirla breve, più si sa, meglio si fa!.

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L’inevitabile è proprio così tremendo?

Sinora, le varie rivoluzioni industriali hanno dimostrato la capacità di poter creare molti più posti di lavoro di quanti effettivamente ne abbiano fatti scomparire. Prendiamo ad esempio un settore, che sta attraversando probabilmente la sua fase più delicata: l’automotive. Dagli albori caratterizzati dalla massiccia presenza di persone, la cui totalità dei lavori veniva svolta manualmente fino ad arrivare all’epoca pre-crisi con l’automazione spinta. Ebbene, nonostante le varie vicissitudini che hanno determinato (e lo stanno facendo tuttora) la crescita o decrescita del numero di persone impiegate, nel corso dei decenni, la scomparsa di alcune mansioni è stata inevitabile. Ad ogni modo, bisogna riconoscere in modo obiettivo come, col passare del tempo, siano nate molte nuove figure e nuovi ruoli, proprio in virtù dell’introduzione di nuove tecnologie. In questo contesto, le grandi case hanno compreso fin dall’inizio l’importanza del proprio personale e di quanto fosse assolutamente necessario il reskilling.

Enrico Rigotti

Una formazione da ingegnere gestionale con un master in automazione industriale. Dopo le esperienze in COMAU, in cui ha guidato prima le sales operations interfacciandosi con le country estere, per poi rivestire un ruolo gestionale e divenire account manager dei clienti Tier 1 europei, è passato in OnRobot, guidando la fase di start up sul mercato italiano del partner UR+. In seguito è stato nominato responsabile Italia e poi Sud est Europa. È Country Manager Italy di Universal Robots da gennaio 2024.

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