OEM e costruttori di macchine: come i cobot stanno cambiando il settore

Flessibilità, maggiori possibilità di sviluppo applicativo e un intero ecosistema di accessori. Ecco come UR ha cambiato il mondo degli OEM

Di cosa parliamo in questo post

  • Gli OEM e i costruttori di macchine
  • I cobot e il loro contributo
  • I cobot prendono la forma del futuro

Il comparto manifatturiero italiano rappresenta una porzione importante del tessuto industriale nazionale. Fra le grandi aziende e PMI vi sono produttori che realizzano dispositivi ed equipaggiamenti conto terzi come anche aziende che realizzano macchinari per le più svariate lavorazioni; insomma in Italia non scherziamo per niente!. Oggi parliamo di OEM (Original Equipment Manufacturer) e costruttori di macchine e di come la robotica collaborativa sta cambiando (anzi, lo ha già cambiato) questo settore.

Gli OEM e i costruttori di macchine

Gli OEM producono componenti, prodotti o semilavorati per conto di altre aziende le quali  poi rivendono quanto fatto produrre sotto il proprio marchio.  In sostanza gli OEM sono aziende specializzate nella progettazione e produzione di particolari che rispondono appieno ai requisiti richiesti dal committente. Ad esempio, il committente può essere una casa costruttrice di automobili che si rivolge a un brand specializzato in impianti frenanti o di alimentazione per la fornitura di particolari specifici o sottosistemi (solitamente in esclusiva, per un certo periodo di tempo). I committenti possono operare in qualsiasi settore e nel vasto modo manifatturiero possiamo contare su di un ampio numero sia di OEM che di committenti.

Come si interfacciano i costruttori di macchine con gli OEM?   

Come intuibile, vi è uno stretto legame fra OEM e costruttori il che mostra in modo più che evidente una dipendenza reciproca in grado di disegnare filiere talvolta corpose. In questo contesto, i costruttori si occupano del “qualcosa di più grande”, ovvero la progettazione e realizzazione di macchinari e sistemi finiti, destinati all’utilizzatore finale, scegliendo gli OEM più specialistici.

Se è vero che la crisi pandemica ha dato un forte scossone a tutti i mercati, l’attuale situazione geopolitica ha prodotto un terremoto. L’ambito industriale attuale mostra appieno come e quanto sono stati messi a dura prova tutti gli attori fra i quali OEM e costruttori.

In questo contesto, gli OEM in qualità di produttori specializzati di dispositivi vivono i profondi cambiamenti di mercato. Questi cambiamenti hanno portato altrettante profonde modifiche nel ruolo degli OEM che in molti casi è andato man mano a fondersi con quello dei produttori di macchine. Perché questa unione di ruoli? Le ragioni possono essere molte, fra cui:

La messa in pratica dell’esperienza acquisita consente di produrre non solo dispositivi ma anche sistemi pressoché completi.

Le filiere e la loro instabilità mettono a dura prova gli OEM i quali reagiscono riducendo le complessità e ricoprendo alcuni ruoli prima esternalizzati.

Di fatto molti OEM sono diventati assemblatori (è vero, non è del tutto corretto chiamarli così, sarebbe più appropriato utilizzare “aggregatori”) sia dei loro prodotti che altri esistenti con il risultato di realizzare una soluzione assolutamente originale.  Tuttavia, gli OEM possono anche essere costruttori di macchine complete e standardizzate (es. macchine per imballaggio) che vengono poi fornite ai loro clienti e queste macchine vanno poi ad integrarsi in un sistema più ampio.

Gli OEM possono anche essere costruttori di macchine complete e standardizzate (es. macchine per imballaggio) che vengono poi fornite ai loro clienti e queste macchine vanno poi ad integrarsi in un sistema più ampio.

I cobot e il loro contributo

Esistono aspetti che hanno un fortissimo impatto sul modello produttivo.

Modelli produttivi lean

Niente sarà più come prima, ma questa non è una novità, è la conseguenza logica dei tempi che cambiano. Cos’è che caratterizza l’industria odierna, in particolare per quanto riguarda i modelli produttivi?

·       La mass customization

·       La stagionalità

·       Volumi ristretti e molto vari

Questo è un primo ambito nel quale i cobot possono (e in realtà lo stanno già facendo) fornire un contributo decisivo. In che modo? Grazie alla loro adattabilità e semplicità funzionale riescono a integrarsi e continuare a esprimere il loro potenziale anche fra modelli di produzione differenti.

Supply Chain meno complesse e più solide

Nel corso del quinquennio 2020-25, le filiere mondiali hanno subito sostanziali modifiche e mutamenti (basti pensare al primo scossone dato dalla pandemia e la recente chiusura di molte rotte commerciali a causa della situazione geopolitica). Questi eventi sono stati “decisivi” e hanno mostrato tutta la debolezza della catena. Per questo motivo i nuovi schemi faticano ancora ad armonizzarsi con i ritmi produttivi odierni. Ne abbiamo parlato qui riguardo al processo di reshoring. Ciò è un provvedimento diretto (e diremmo positivo) adottato dall’industria per poter accorciare le supply chain e avvicinare i luoghi di origine delle merci. Anche in questo ambito i cobot sono in grado di abbassare i costi produttivi nelle aree che hanno oneri maggiori rispetto ai mercati più convenienti.

L’intelligenza e la collaboratività

L’intelligenza artificiale fornisce un ulteriore spinta verso il perfezionamento e l’espressione di tutto il potenziale dei cobot. Applicata alla robotica collaborativa l’AI è in grado di rendere l’automazione molto più efficiente grazie al processo di apprendimento; lo scopo è molteplice ovvero migliorare e ottimizzare processi e semplificarli. Non solo perché una sensoristica avanzata e le relative caratteristiche native dei cobot, unite con l’intelligenza artificiale, li rendono ancora più collaborativi. Infine probabilmente uno degli aspetti più importanti: i dati. Le informazioni con cui stabilire le nuove strategie e analizzare l’andamento produttivo servono anche per individuare criticità e colli di bottiglia. In questo contesto anche i cobot sono perfettamente in grado di raccogliere, acquisire e restituire dati fondamentali.

Sostenibilità e impatto ambientale

Sebbene siano termini diventati “di moda”, ottenere processi sostenibili e a basso impatto ambientale, non è soltanto un merito da mostrare o che fa “cool”. Sostenibilità e impatto fanno bene anche alle tasche del produttore! Come?

·       I cobot hanno consumi energetici inferiori alla robotica industriale tradizionale

·       La grande precisione e ripetibilità permette di ridurre gli scarti, riducendo il consumo di materie prime.

Il cobot libera i tecnici dai lavori a basso valore. Nonostante sembri un vantaggio apparente è invece un investimento che si ripaga in breve tempo, sia in termini di produttività che di processo.

I cobot prendono la forma del futuro

I costruttori di macchine e di sistemi originali possono utilizzare i cobot per compiere passi decisivi. La robotica collaborativa è in grado di ampliare i campi applicativi di un numero significativo di soluzioni; in pratica ci sono ben pochi limiti all’integrazione dei cobot in campo industriale. Abbiamo fatto l’esempio dei cobot implementati all’interno delle celle automatizzate per la saldatura: il risultato è stato non solo saldature, ma anche rapido cambio utensili, controlli qualità, e molte altre operazione svolte in completa autonomi.

Nell’attuale scenario, uno strumento come i cobot, accompagna produttori, costruttori e OEM dall’industria 4.0 alla Transizione 5.0. Ciò è di indubbio aiuto nella creazione di nuove macchine e nuovi sistemi più efficienti con i quali disegnare e perfezionare un modello industriale rivoluzionario.

Enrico Rigotti

Una formazione da ingegnere gestionale con un master in automazione industriale. Dopo le esperienze in COMAU, in cui ha guidato prima le sales operations interfacciandosi con le country estere, per poi rivestire un ruolo gestionale e divenire account manager dei clienti Tier 1 europei, è passato in OnRobot, guidando la fase di start up sul mercato italiano del partner UR+. In seguito è stato nominato responsabile Italia e poi Sud est Europa. È Country Manager Italy di Universal Robots da gennaio 2024.

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