CALCOLARE IL ROI
Pensate a cosa può significare una soluzione di automazione in termini di risultato aziendale.
Che valore può offrire l’automazione nel tempo e quanto tempo ci vorrà per ottenere un utile sul capitale investito? Nel calcolare i costi, dovete prestare attenzione a tutti i componenti necessari: sono questi che incidono percentualmente in maniera maggiore sul costo finale.
Si dovrà tener conto dei costi di hardware e software, del tempo di programmazione, dell’integrazione delle celle di lavoro, della formazione dei dipendenti, delle ore di utilizzo e di altri costi di customizzazione.
L’automazione collaborativa ha semplificato vari aspetti dell’automazione: programmazione, installazione e anche calcolo del ROI.
I cobot – proprio perché sono in grado di entrare in produzione in tempi rapidissimi – producono utili prima ancora che le aziende abbiano finito di pagarli.
Secondo la nostra esperienza (che si basa anche sugli oltre 42mila cobot venduti e installati) abbiamo calcolato che il ROI medio si raggiunge dopo circa 6/12 mesi a seconda della complessità dell’automazione sviluppata, del numero e costo degli end effector installati.
Vi sono però applicazioni molto semplici, ed estremamente produttive, che si ripagano in molto, molto meno. Task For Tips, con una semplice applicazione di asservimento dalla sua CNC ha raddoppiato la produzione ripagato i costi in 34 giorni.
I cobot sono inoltre soluzioni scalabili: se iniziate con l’applicarne uno (che è quanto consiglio) potrete rendervi conto delle potenzialità e aumentare il numero di robot applicati.
FLESSIBILITÀ SIGNIFICA NON PENTIRSI MAI DELL’INVESTIMENTO
Ecco un punto dolente dell’automazione tradizionale. Le soluzioni robotiche tradizionali sono granitiche, titaniche, capaci di performance (in termini di portata e velocità) non paragonabili a quelle collaborative.
Così come non è assolutamente paragonabile il prezzo finale (irrimediabilmente più alto per le soluzioni tradizionali).
Perché dunque preferire una soluzione collaborativa, prezzo a parte? Perché un cobot dura nel tempo.
La sua “cifra stilistica” è la flessibilità operativa: posso programmarlo per svolgere compiti diversi così che, se anche la mia produzione dovesse subire importanti variazioni e fossi costretto a fronteggiare lotti sempre più corti, potrei continuare ad utilizzarlo senza risentirne in termini di produttività.
Un’automazione tradizionale invece è quasi sempre immobilizzata in un unico, preciso e invariabile compito.
Programmarla per attività diverse è complesso e costoso e – date le dimensioni e gli ingombri, a cui vanno aggiunte le barriere perimetrali – non può essere spostata da una parte all’altre del layout di fabbrica.
La ripetibilità dei cobot sta diventando sempre più elevata al punto che sono flessibilmente preferibili anche per automatizzare attività tradizionalmente svolte dai robot tradizionali.
Se quindi nella vostra produzione avete un task che normalmente affidereste alla robotica tradizionale, provate a considerare invece il ricorso a quella collaborativa.
Se il task rientra nei limiti di portata e raggio d’azione del cobot, allora vi sarete dotati di una soluzione più economica, sicura, flessibile e capace di rispondere - nel tempo – alle vostre esigenze.
AUTOMAZIONE PER TUTTI. MA PROPRIO TUTTI
L’idea di un robot nativamente collaborativo è nata in Danimarca all’inizio del 2000.
Alcuni giovani ricercatori dell’università di Odense cercavano di sviluppare una soluzione robotizzata in grado di condire una pizza.
Ai peperoni riferisce la leggenda. Nessuna soluzione robotica tradizionale o antropomorfa offriva le caratteristiche necessarie: dimensioni contenute, sicurezza intrinseca, facilità di programmazione.
Ecco come sono nati i cobot Universal Robots, in risposta ad un bisogno di automazione che era lungi dal venire codificato e che, anche se era stato espresso da molte piccole imprese manifatturiere, non era stato accolto da nessun grande player della robotica.
Nacque quindi una robotica alla portata di tutte le imprese. Sufficientemente economica per venire incontro ad ogni budget e ampiamente capace di automatizzare (quasi) ogni tipo di applicazione industriale, in ogni tipo di settore produttivo.
Se siete una piccola impresa che non ha mai nemmeno preso in considerazione l’ipotesi di dotarsi di una soluzione di automazione, i cobot potrebbero farvi cambiare idea. Da gennaio 2020 sono inoltre soluzioni finanziabili con strumenti come leasing operativo o finanziario.
Mettere un cobot a produrre potrebbe costarvi appena 500 euro al mese.
STACCARE LA CONCORRENZA
L’automazione risponde fondamentalmente a due esigenze: produrre di più, produrre meglio.
Verissimo. La robotica collaborativa non fa eccezione a questi due assunti. Come ho provato ad argomentare poco sopra però, ha il vantaggio aggiuntivo di favorire un ritorno dell’investimento più rapido e di aiutare le imprese a rispondere con prontezza (e flessibilità) ai mutamenti produttivi in corso.
Il mercato richiede una particolare caratteristica di packaging?
La vettura che ho in produzione viene venduta in serie diverse con pacchetti di optional differenti? La robotica collaborativa mi aiuta nel rispondere a queste esigenze.
Riprogrammare un cobot è semplice, rapido e – soprattutto – non vincolante. I cobot memorizzano sequenze di programmazione e possono essere messi in produzione (lanciando il programma salvato) con pochi rapidi click.
Se vuoi saperne di più e approfondire cosa i cobot possano fare per la tua azienda scarica gratuitamente il nostro eBook "Troppo piccolo per la robotica".