In ogni cosa che facciamo, un conto è la teoria un altro è la pratica: quante cose pensiamo, elaboriamo e realizziamo? Quante di queste cose differiscono nella pratica rispetto a come ce le eravamo immaginate? Bene, con i cobot non funziona diversamente, anche se potremmo essere convinti del contrario. E in larga parte sono le convinzioni che generano una percezione sbagliata della robotica collaborativa. La teoria parte innanzitutto dalla comprensione del cosa e del come all’interno di una linea produttiva si desidera automatizzare.
Le domande da porsi
Probabilmente è più semplice trovare la risposta sul cosa si svuole automatizzare piuttosto che sul come. E’ comunque fondamentale comprendere, all’interno di un processo, cosa automatizzare e cosa non è strettamente necessario. Cosa significa questo? Sebbene i cobot siano in grado di automatizzare la maggior parte del processo, ricordiamoci che siamo in fase iniziale, vale a dire stiamo iniziando a pensare di integrare l’automazione nel flusso. E’ proprio in questo momento che occorre esaminare con obiettiva franchezza:
· Quali sono i colli di bottiglia – Compito tutt’altro che facile, prima di integrare la robotica, è quello di analizzare con cura il processo per individuare con precisione quali e dove sono i colli di bottiglia. Dove il processo rallenta, cosa lo fa rallentare; è una questione di flusso o di mancanza di mezzi?
· La revisione degli step meno efficienti – Spesso l’analisi approfondita di ogni passaggio produttivo può rivelare sostanziali modifiche e migliorie prima ancora di inserire la robotica collaborativa.
· Cosa è possibile automatizzare - Sappiamo che i cobot sono multitasking, tuttavia occorre essere realisti; la robotica collaborativa non può fare l’inimmaginabile e nemmeno essere efficiente se inserita in un flusso che presenta più di una criticità irrisolta.
· I benefici e risorse riutilizzabili – Integrare i cobot consente di beneficiare di molte risorse le quali tornano disponibili e spendibili. Tempo, spazio e soprattutto persone, possono essere impiegate diversamente e con maggior efficacia.
· I rischi, potenziali ed effettivi – Questo fattore richiede una valutazione attenta, allo stesso modo dei punti precedenti. Attenzione però: l’analisi dei rischi non è una passeggiata. Per questo motivo occorre l’aiuto di figure esperte che riescono a individuare tutte le criticità, implicazioni e possibili conseguenze, anche quelle che apparentemente per voi non sembrano importanti.
Queste considerazioni hanno un duplice scopo: il primo più evidente, quello di ottimizzare i flussi prima dell’integrazione della robotica collaborativa. Ciò è anche fondamentale per comprendere in che misura il cobot può elevare la produttività trovando una strada meno accidentata. Tracciare una strada coerente, abbastanza spianata, consentirà ai cobot di partire rapidamente anche a beneficio di un rapido ROI.
Il consiglio che ci sentiamo di caldeggiare è quello di fare squadra da subito: affidarsi a professionisti (che siano produttori o system integrator) con i quali valutare e analizzare correttamente tutti gli elementi in gioco.