Dal progetto all’implementazione: come scegliere il cobot giusto per la tua azienda

Scegliere il cobot giusto non significa solo valutare payload e applicazioni: vuol dire capire cosa automatizzare, coinvolgere le persone e integrare al meglio la robotica nel flusso produttivo. In questo post vediamo passo dopo passo come trasformare un progetto in un’implementazione efficace.

Di cosa parla questo post

  • Cosa conviene automatizzare?
  • Scegliere i cobot, ma quali?
  • Cosa ne pensano i colleghi umani?
  • L’implementazione

Quando si prende l’importante decisione di automatizzare la produzione con la robotica collaborativa, spesso si hanno dubbi o false convinzioni che in qualche modo frenano l’integrazione dei cobot o addirittura fanno intraprendere progetti differenti. Oggi parliamo del percorso che parte dal progetto e termina con l’implementazione: come scegliere il cobot giusto per l’azienda.

Cosa conviene automatizzare

Nelle aziende produttive i processi di lavorazione rappresentano tanti piccoli universi, tutti differenti fra loro, tutti con qualcosa di unico. Per questo motivo è molto importante, prima di pensare alla robotica come automazione, analizzare con cura ogni fase del flusso: dall’arrivo delle materie prime al carico dei materiali durante la fase finale di spedizione. Perché occorre analizzare? La risposta è nell’individuare tutti gli step critici che possono essere migliorati, sia dal punto di vista del tempo di esecuzione, sia da quello dell’efficienza e della precisa ripetibilità. Detto in parole più semplici, è necessario comprendere cosa può essere predisposto per funzionare in modo ottimizzato, con meno costi e con un risultato costante nel tempo. Facciamo un esempio:

Una linea di produzione che realizza un prodotto complesso, richiede più fasi. Non solo il processo produttivo puro, ma anche:

·       La logistica: il ricevimento della materia prima, lo smistamento, lo stoccaggio, il prelievo e la consegna in linea. In queste fasi, il cobot può automatizzare molte operazioni: può essere dotato ad esempio di lettore barcode o QR code in modo da riconoscere e prelevare/depositare in modo autonomo i particolari di una BOM, sia per lo stoccaggio in magazzino che per la preparazione di un ordine.

·       La lavorazione: una volta in linea, i pezzi necessitano di n. lavorazioni. Il cobot può svolgere i compiti ripetitivi, noiosi e rischiosi come sollevamento particolari pesanti, saldature, erogazione di composti, pick & place, assemblaggio.

·       Il controllo qualità: questa parte è fondamentale per garantire un livello di fattura costante. I cobot, tramite applicazioni di Machine Vision possono ispezionare e individuare scostamenti dimensionali e difetti di finitura, anche prima del fine linea.

·       Confezionamento e spedizione: Che si tratti di confezionamento tramite pick & place o anche l’impilamento, i cobot possono assolvere a queste mansioni in modo preciso e costante, a prova di errore. Anche una spedizione senza “sorprese” contribuisce a elevare la qualità di prodotto.

La scelta di uno o più robot collaborativi quali vantaggi può portare? Per cominciare, il risparmio di tempo e di denaro per tutte le operazioni ripetitive che, se svolte manualmente possono essere rischiose, alienanti e ad alta probabilità di errore. E sempre di tempo e denaro si può parlare per quanto riguarda precisione e ripetibilità: in alcune lavorazioni occorre un’alta precisione e una verifica degli standard qualitativi.

Non dimentichiamo che un notevole plus è rappresentato dai dati di produzione. I cobot possono fornire molti nuovi parametri relativi alla lavorazione con cui individuare più velocemente qualsiasi collo di bottiglia o fasi parziali di lavorazione che risultano meno efficienti di altre.

Intralogisticalavorazioni CNCControllo qualitàpackaging

Scegliere i cobot, ma quali?

Ora che si è determinato con chiarezza cosa automatizzare occorre passare al “con cosa”. La gamma UR può contare su una varietà di payload e sbracci che possono soddisfare qualsiasi esigenza. In ogni blog in cui abbiamo discusso della scelta del cobot più adatto, abbiamo anche consigliato di affidarsi a un esperto, che sia direttamente il produttore come anche del system integrator.

Ciò consente di evitare banali errori dovuti al sottovalutare un aspetto piuttosto che un altro. Ad ogni modo, payload e sbraccio non sempre sono direttamente relazionati all’attività che si deve compiere; ad esempio, non è detto che per una lavorazione “pesante” serva il cobot con il payload più alto….Quindi, come appena ricordato, il fai da te è molto divertente, ma è più conveniente coltivarlo come hobby. Un partner esperto può consigliare al meglio e far risparmiare un acquisto non necessario o sbagliato. Che si voglia sollevare una serie di colli e impilarli o che sia necessario effettuare saldature con tolleranze ben inferiori al millimetro, vi è da considerare tutta una serie di aspetti, pro e contro, per comprendere se è meglio scegliere un cobot da 5 oppure uno da 20 kg.

Dopo aver individuato il o i cobot più adatti passiamo alla prossima fase, probabilmente la più importante.

Quale cobot

Cosa ne pensano i colleghi umani?

Questo tema è sia complementare che centrale rispetto a quello dell’automazione in sé. Per una perfetta riuscita del progetto e per poter esprimere tutto il loro potenziale, i cobot che verranno implementati hanno bisogno a loro volta di collaborazione…umana. Quella collaborazione che prevede ad esempio la capacità di “insegnare” il lavoro sporco,  immaginare flussi ottimizzati come anche la ri-programmazione per efficientare ulteriormente il rendimento. Questa capacità appartiene esclusivamente all’uomo; se l’uomo non percepisce tangibilmente il cobot come strumento per potenziare il proprio lavoro, il cobot non riuscirà a concretizzare tutto il proprio potenziale.

È in questo momento che, parallelamente alla scelta di quale cobot occorre effettuare formazione e informazione per tutti i collaboratori. Se sembra retorica (e inflazionata) la frase ”sentirsi parte del progetto”, sarebbe meglio dire “il progetto appartiene a tutti” e dimostrarlo concretamente istruendo tutti gli operatori su come tirare fuori il meglio dalla robotica collaborativa.

I cobot UR hanno un software di programmazione molto user friendly, il che contribuisce a sfatare il mito del “solo per pochi esperti”.

collaboration

L’implementazione

Siamo arrivati al punto decisivo: è stata fatta l’analisi dei processi, è stata scelta la tipologia di cobot più adatta e ora non resta che inserire la robotica collaborativa nel flusso, sia a livello fisico che digitale.

È in questo momento che possono sorgere ancora alcune problematiche come ad esempio la collocazione ottimale del robot in relazione allo spazio fisico disponibile, la calibrazione più consona per poter svolgere al meglio una certa mansione oppure l’aggiunta di ulteriori tool per poter ampliare ulteriormente le capacità del cobot. Ciò che abbiamo elencato rientra nei tipici “problemi di gioventù” ovvero tutti quei piccoli dettagli che possono essere risolti in fase di test.

Ecco perché consigliamo sempre, al momento dell’analisi iniziale, di rivolgersi a un esperto: qualsiasi omissione può propagarsi, da piccolo errore a grossa problematica, in fase di implementazione. Per carità nulla di irreparabile, intendiamoci, ma quando capita, porvi rimedio richiede più tempo del previsto (e quindi è anche una questione economica).

Adesso è finalmente possibile effettuare il primo test e verificare subito l’impatto sulla produzione: questo ultimo step è il risultato della sommatoria di tutto ciò che è stato fatto in precedenza, pertanto più step compiuti in modo accurato, più accurato sarà il risultato finale.

Enrico Rigotti

Enrico Rigotti

Una formazione da ingegnere gestionale con un master in automazione industriale. Dopo le esperienze in COMAU, in cui ha guidato prima le sales operations interfacciandosi con le country estere, per poi rivestire un ruolo gestionale e divenire account manager dei clienti Tier 1 europei, è passato in OnRobot, guidando la fase di start up sul mercato italiano del partner UR+. In seguito è stato nominato responsabile Italia e poi Sud est Europa. È Country Manager Italy di Universal Robots da gennaio 2024.