È innanzitutto bene considerare che l’automazione della fase di packaging deve rispondere a determinati requisiti. L’automazione in questione deve essere in grado di maneggiare il prodotto con delicatezza e senza danneggiarlo. In secondo luogo deve essere in grado di posizionarlo all’interno del suo contenitore anche con diversi orientamenti, gestendo un’ampia varietà di materiali diversi (imballi in carta, plastica, legno, ecc). Infine, dal momento che le operazioni di packaging avvengono nel fine linea, l’automazione deve presentare caratteristiche dimensionali tali da non intralciare il lavoro degli addetti che operano nell’area. Per tutti questi motivi, i cobot si sono dimostrati sin da subito una valida alternativa all’automazione tradizionale per robotizzare questa fase.
Inoltre, la rapidità di programmazione dei cobot, permette alle aziende che producono diverse referenze (e altrettanti diversi imballaggi per forma, dimensione e materiale) di gestire questa variabilità in modo flessibile, riducendo al minimo i fermi produttivi per il nuovo set up dell’automazione.
Va inoltre considerato che – per quanto essenziale – la fase di packaging è ripetitiva, non richiede competenze specifiche ed è potenzialmente pericolosa per gli operatori, sottoposti a movimenti reiterati nella movimentazione dei carichi. Per questo motivo è una delle operazioni che più facilmente vengono candidate al processo di automazione.
L’integrazione di un cobot in una linea di packaging assicura alcuni vantaggi.