I robot collaborativi si sonoaffacciati sul mercato dell'automazione ormai 10 anni e, nonostante la loro diffusione sia stata piuttosto rapida e vasta (stiamo superando i 31mila modelli installati) permangono ancora diverse incertezze circa la loro reale funzione e i vantaggi che comportano. Così come rimangono dubbi sui processi che sono in grado di automatizzare e i settori in cui possono venir integrati.
Molte aziende che si affacciano al mondo della robotica collaborativa ci pongono domande su cosa siano davvero i cobot e quali siano le loro caratteristiche di base. Domande sempre attuali che sono indicatrici del grande interesse che la nostra tecnologia ottiene in tutte le aziende manifatturiere. Per questo, per cercare di dare risposta ad alcune di queste domande, ripropongo un approfondimento sul tema, sottolineando anche le differenze tra cobot e “robot as usual”.
I robot collaborativi sono robot antropomorfi con movimenti su sei assi progettati per rispettare criteri di sicurezza, flessibilità e compattezza e studiati per lavorare a stretto contatto con l’operatore anche senza barriere protettive all’intorno. Sono stati introdotti sul mercato daUniversal Robots nel 2008. Il primo modello creato è stato unUR5, un braccio robotico collaborativo con 5kg di portata al polso e 850 mm di reach (o raggio d’azione). A questo modello sono seguiti UR10 (10 kg e 1300 mm) e UR3(3 kg e 500 mm).